ALTARE SAN SEBASTIANO

 

La paternità dell’altare di S. Sebastiano è degli artefici Panfilo Ranallo, Tommaso Capotosto e Roberto di Ciccio i quali incisero i loro nomi sul capitello della 1^ colonna a destra dell’altare.
Il marmo prende il posto della pietra fino allora adottata come materiale prevalente,gli schemi rinascimentali cedono il posto a nuovi sviluppi della fantasia “ invece di semicolonne ovali,intrecci,si avranno colonne, festoni di fiori e curve volute”.
La tela di S.Sebastiano è opera di Paolo De Matteis che di sua mano vi appose in basso a sinistra la firma e la data del 1719.
L’ideale schema piramidale in cui si inseriscono le figure è evidente nell’impostazione dell’insieme e ripetuto nella proporzione dei Santi a gruppi di due.

Se certo “ intenerimento formale “ sembra non mancare soprattutto nella serena dolcezza della vergine che porge il seno al piccolo Gesù, oltre che nel motivo classicheggiante particolarmente evidente nel modo accuratissimo e nobile di S. Sebastiano,trova una sua toccante amorevolezza di esecuzione anche la figura di S. Rocco.

In entrambi i Santi è attentamente evidenziata la simbologia nel richiamare fra le ombre del secondo piano, l’elmo, lo scudo, il gladio e persino il mantello rosso di tribuno delle guardie pretoriane di cui il giovane era stato appena spogliato per venire trafitto dalle frecce e trovare la morte durante la persecuzione di Diocleziano nel 304 d.c.
Con medesima puntualità nel S.Rocco, che partito pellegrino dalla natia Montpellier contrasse la peste dai malati che aveva assistito, non manca né di richiamare il bastone, né la piaga aperta dalla malattia né il cagnolino.
Conferma ulteriore se ne fa infatti con l’inserimento nel dipinto degli apostoli Filippo e Giacomo, che si può spiegare solamente in ordine alla particolare devozione espressa sia in epoca remota per entrambi questi martiri.
Nasce dunque da questa ragione il puntuale richiamo che il quadro fa della figura dell’apostolo Filippo,che vi è rappresentato con la croce a rammentare che pure lui, come Pietro era stato crocifisso a testa in giù, mentre S. Giacomo fu il primo tra gli apostoli a venire brutalmente martirizzato nel 42 d.c. per ordine di Erode Agrippa al suo rientro a Gerusalemme, dove poi il suo corpo fu condotto in Spagna per essere inumato a Compostella.

Utilizziamo i cookie per darvi la migliore esperienza sul nostro sito. Se si continua a utilizzare questo sito assumeremo che siete felici con esso. Ok