Vespri d’Organo

Torna anche quest’anno, alle pendici dei monti di Roccaraso, la rassegna organistica a Castel di Sangro intitolata “Vespri d’Organo”, giunta ormai alla terza edizione. Non c’è festa a dicembre se non si sente l’eco del suono di uno strumento antico che risuona ancora, nonostante più di due secoli di vita, le dolci melodie del Natale.
Tre sono gli appuntamenti che si terranno nell’antica Basilica di S. Maria Assunta. L’8 di dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione, si è già svolto il concerto sul prezioso organo D’Onofrio P. della seconda metà del ‘700, tenuto dal maestro pugliese Francesco Scarcella il quale ha eseguito pagine di musica sacra sfruttando tutte le sonorità timbriche dello strumento. Nel secondo appuntamento, il 27 dicembre alle
18.30, avremo l’onore di ascoltare le esecuzioni dell’organista modenese il m° Stefano Pellini. I compositori inseriti nel programma sono molteplici dal ‘700 al ‘900 come J. S. Bach, A. Vivaldi, A. Corelli, J. F. Händel, C. B. Balbastre, G. Vignali, N. Moretti, F. Provesi e H. Carol. Nell’ultima serata, il 4 gennaio 2019 alle 18.30, al concerto per organo e tromba del m° Giovanni Petrone e del m° Florindo Matticoli parteciperà il coro polifonico cittadino di Castel di Sangro “Cantate Domino” istituito dal parroco don Domenico Franceschelli amante della musica sacra e della liturgia conciliare.
Il pregiato organo è stato realizzato nel 1794 da Pasquale D' Onofrio da Caccavone (oggi Poggio Sannita in Molise) come attestano documenti conservati presso l'Archivio Parrocchiale. Lo strumento è ubicato in una cantoria dipinta e dorata, ed è chiuso in una cassa di risonanza lignea con prospetto inflesso a tre campate divise da lesene con lo scomparto centrale maggiore dei laterali. La cassa termina in alto con un frontone adornato ai lati da due vasi dorati, mentre al centro spicca lo stemma del SS. Sacramento. La tastiera, originale, è collocata nella finestra sotto il prospetto ed è costituita da 50 tasti (Do1 – Fa5 con prima ottava corta), con diatonici in bosso con frontalini lavorati e semicerchi concentrici e cromatici ricoperti di ebano. L'organo è dotato di pedaliera dritta, a leggio, con 9 pedali (Do1 – Do2 con prima ottava corta), che è costantemente unita alla tastiera. I registri sono disposti su due colonne a destra della tastiera e sono azionati mediante tiranti in ferro con pomelli in ottone tornito. Nel 1993 lo strumento è stato sottoposto a restauro e attualmente è pienamente funzionante grazie alla presenza del m° Giovanni Petrone (abilitato dalla CEI per la schedatura degli organi SMO) il quale, oltre a suonarlo nelle solennità, è direttore artistico della rassegna e supervisiona la manutenzione dello strumento.

Con i “Vespri d’Organo” si dà vita a un nuovo polo di programmazione e produzione musicale in Abruzzo, con particolare riguardo al grande repertorio della musica sacra ed organistica e con la presenza del coro polifonico diventa un’unione di fatto intesa a valorizzare i luoghi dell’alto Sangro, i repertori musicali, gli artisti e le persone.

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